
giovedì 31 marzo 2011
mercoledì 30 marzo 2011
mercoledì 23 marzo 2011
martedì 22 marzo 2011
lunedì 21 marzo 2011
venerdì 18 marzo 2011
mercoledì 16 marzo 2011
martedì 15 marzo 2011
venerdì 11 marzo 2011
giovedì 10 marzo 2011
mercoledì 9 marzo 2011
Osservasalute 2010

I cattivi comportamenti infatti lentamente sono sempre più percepiti “normali”.
Alimentazione, sedentarietà, consumo di alcol in eccesso. I dati non sono entusiasmanti e le cattive abitudini, se non corrette, potrebbero preoccupare in futuro.
Tra i giovani il consumo di alcol è in aumento, le donne perdono terreno e il ritmo di crescita della loro aspettativa di vita ha rallentato la sua corsa.
Così se nel 2006 era di 84 anni, nel 2009 è passata appena a 84,1, e nel 2010 è stata di 84,3. In sostanza negli ultimi 5 anni è aumentata appena di 3 mesi.
Nello stesso periodo agli uomini invece è andata meglio: 78,4 anni nel 2006, 78,9 nel 2009 e 79,1 nel 2010. Un aumento di sette mesi.In fatto di stili di vita le donne stanno sempre più utilizzando quelli degli uomini.
Sull’assunzione di alcol, se diamo come soglia a rischio l’assunzione quotidiana di 20 grammi di alcol, il numero delle donne tra i 19 e i 64 anni che la superano è in aumento. Nel 2006 la superava l’1,6%, nel 2008 il 4,9%.
Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica di Roma, spiega che i problemi di salute degli italiani non risiedono soltanto nella indolenza italica che li porta a non fare movimento e ad assumere stili di vita scorretti.
Ricciardi osserva che si sono ridotti gli adeguati interventi di prevenzione, soprattutto al Sud dove le Regioni sono economicamente in difficoltà. “A ciò si aggiunge il problema della chiusura degli ospedali – commenta Ricciardi - che, sebbene concepita per razionalizzare il sistema, determina però poi la riduzione dei posti letto e della ricettività per le emergenze”.
Insomma, con un decennio di federalismo sanitario, che ha trasferito alle regioni ogni competenza sulla sanità, “quelle deboli corrono il rischio di essere travolte”.
venerdì 4 marzo 2011
giovedì 3 marzo 2011
mercoledì 2 marzo 2011
martedì 1 marzo 2011
Iscriviti a:
Post (Atom)
Archivio blog
- luglio (1)
- aprile (10)
- marzo (17)
- febbraio (11)
- gennaio (18)
- dicembre (27)
- novembre (25)
- ottobre (16)
- settembre (14)
- luglio (10)
- giugno (11)
- maggio (22)
- aprile (11)
- marzo (8)
- febbraio (32)
- gennaio (21)
- dicembre (13)
- novembre (26)
- ottobre (22)
- settembre (16)
- agosto (2)
- luglio (10)
- giugno (15)
- maggio (15)
- aprile (14)
- marzo (15)
- febbraio (11)
- gennaio (10)
- dicembre (6)
- novembre (7)
- ottobre (7)
- settembre (7)
- luglio (1)
- giugno (6)
- maggio (11)
- aprile (11)
- marzo (9)
- febbraio (5)
- gennaio (4)
- dicembre (3)
- novembre (2)
- settembre (2)
- luglio (4)
- giugno (2)
- maggio (8)
- aprile (5)
- marzo (8)
- febbraio (3)
- gennaio (6)
- dicembre (4)
- novembre (5)
- ottobre (7)
- settembre (5)
- luglio (6)
- giugno (6)
- maggio (14)
- aprile (5)
- marzo (8)
- febbraio (16)
- gennaio (15)